I consigli del dottore

5 consigli per prendere decisioni importanti

Prendere decisioni non è sempre facile. Ci sono momenti nella nostra vita in cui la posta in gioco si fa alta: scegliere la tua carriera, accettare quel posto di lavoro all’estero o no, chiederle di sposarti, fare dei figli, fare quell’operazione
pericolosa, accettare un lavoro piuttosto che un altro. In queste situazioni l’ansia può comportare un carico emotivo talmente alto da rendere difficile compiere una decisione importante. Tutti conosciamo già la tecnica dei pro e dei contro: fai una lista dei fattori positivi e dei fattori negativi e confrontali. Naturalmente prendere decisioni non è così semplice perché spesso entrano in gioco fattori diversi dal semplice “mi conviene o meno”.

Presento alcuni suggerimenti, in ordine sparso, per guardare le questioni spinose da un punto di vista diverso.

Cinque suggerimenti per prendere decisioni importanti

1. Controlla l’ansia

Ok, questo in effetti è piuttosto banale, ma è bene non darlo per scontato. L’ansia si traduce di solito in decidere in fretta, che a differenza di quanto molti pensano significa agire in modo impulsivo, non in modo pratico.

Cosa ci causa ansia nel prendere decisioni?

  1. Ciò che rischiamo di perdere con un alto valore emotivo per noi (e se poi perdo i miei amici?)
  2. La paura dell’ignoto (e se poi lui/lei non è veramente la persona che penso?)
  3. La possibilità di perdere capra e cavoli (E se poi mi trovo male a questo lavoro? e se non ce la faccio? resterei disoccupato…)
  4. Fattori personali (mia madre non vuole che vada lavorare all’estero… le farei un grande torto ad accettare l’offerta?)

Questi sono alcuni esempi di elementi che possiamo definire paure e che vanno catalogate in una colonna a parte, accanto a pro e contro! infatti la paura non segue il ragionamento della convenienza, ma della sicurezza: la decisione migliore non è la più conveniente ma la più sicura.

L’ansia nelle decisione  utilizza questo meccanismo:

Ipotesi ansiogene e pressioni esterne

 

ANSIA

 

Scelgo quello che mi fa stare più tranquillo

Oddio, però così rinuncio agli aspetti convenienti…

 

ULTERIORE ANSIA

 

Oddio, non so come decidere!

 

SEMPRE PIU’ ANSIA

Per chiudere il circolo dell’ansia bisogna individuare le proprie paure e tenere a mente che il nostro giudizio verso di esse è condizionato dal nostro naturale bisogno di tranquillità. Metterle in chiaro accanto a pro e contro aiuta a renderle più concrete ma soprattutto a poter valutare se è meglio affrontarle e prendere una decisione o placarle prendendone un’altra.

2. Il desiderio di fondo

Ma una decisione non è solo paura! Ogni decisione importante è figlia di un desiderio o di una paura (cioè il desiderio che qualcosa non accada): è importante che tu espliciti quale sia questo desiderio, con le sue sfumature ti aiuterà a capire quale sia la decisione giusta. Non avere paura di andare a fondo, e ricorda che il tuo desiderio deve essere importante e valido per te, non per gli altri!
Un esempio fittizio. Un lavoratore sta pianificando di passare da un lavoro di ufficio sicuro ma estremamente alienante ad una attività con un contratto più precario. Quando realizza che il suo desiderio è prima di ogni cosa l’indipendenza  economica, una informazione in più aiuta a decidere tra professioni più remunerative e altre meno remunerative. Se invece il mio desiderio è dare un senso alla mia vita forse una professione più appagante ma meno remunerativa è la scelta migliore.

3.Devi saper rinunciare

Spesso il problema non è tanto cosa si va ad ottenere, ma cosa si perde. A volte confrontare i guadagni con le perdite non è per niente facile, soprattutto nelle valutazioni soggettive. In questi casi può essere utile chiedersi se sarà possibile sopperire alla rinuncia, o tenere in considerazione l’ipotesi di una rinuncia definitiva, e chiederti non tanto cosa è meglio essere o avere ma se puoi vivere una vita senza qualcosa.

Un racconto personale. C’è stato un momento in cui ho dovuto scegliere se vivere in città o in provincia. In provincia la qualità della vita è migliore e più sicura, ma in città ci sono più servizi e la vita è più stimolante. La domanda non è se una vita più stimolante è meglio di una vita più sicura ( tutti vorremmo entrambe le cose ) bensì “posso io vivere una vita con pochi stimoli? i servizi sono essenziali per me o posso accettare l’idea di dovermi spostare?” Una persona ansiosa ad esempio può trovare più sopportabile fare una vita da pendolare se una volta tornato a casa si sente sicuro; una persona energica potrebbe soffrire una vita con pochi stimoli culturali!

4. Gli altri sono importanti, ma non così importanti

E’ importante ricordare che le scelte riguardanti la propria vita sono prima di tutto responsabilità verso la nostra vita, una responsabilità che alla maggiore età noi e solo noi abbiamo nei nostri confronti. Prendere decisioni in base a ciò che è meglio per gli altri, anche se persone care, può portarci a ritenerle responsabili della nostra vita e creare dissapori e rotture. Allo stesso tempo, dobbiamo riflettere sul peso che le nostre scelte hanno sui nostri cari o sulle
persone di cui siamo responsabili. Gli altri, soprattutto i familiari, non sono un ostacolo alla nostra felicità, ma dobbiamo saper cogliere la loro capacità di adattarsi alle nostre decisioni ed ai cambiamenti che porteremo nella loro vita.

Un esempio fittizio. Un giovane neolaureato deve decidere se accettare un lavoro all’estero, i suoi genitori non sono d’accordo con questa decisione, e nemmeno la sua ragazza. Ogni persona coinvolta merita un ragionamento a parte: i genitori mostrano un’ansia che va affrontata – dopo tutto non potrà restare nel nido materno per sempre – mentre con il partner entrano in gioco fattori come la possibilità di reggere una relazione a distanza (compromesso) o l’andare via con lui (imporre le proprie scelte agli altri), o interrompere la relazione. Forse per lei sarebbe meglio che lui restasse, ma per lui è veramente la cosa migliore rinunciare ad esperienze all’estero per lei (imporre a se stessi le scelte degli altri)? Questa decisione va al di là dei pro e contro del lavoro stesso!

5. Occhio alle false scelte!

A volte persone con potere di dirci cosa fare ci possono mettere di fronte a scelte paradossali, le quali in realtà ci portano a sbagliare qualunque decisione facciamo. In questo caso è importante uscire dall’idea che la rosa delle scelte sia quella imposta, e rompere lo schema con una terza soluzione, che risolva davvero la situazione.

Una riflessione. Penso a quante mogli sopportano in silenzio le violenze del marito perchè hanno paura di restare da sole, abbandonate e impossibilitate a trovare una nuova vita – complici anche le continue denigrazioni del partner che le fanno sentire inadeguate e sole. Uscire da questo schema significa realizzare la possibilità che il partner non ci sia mai stato davvero vicino, oppure accettare l’idea che fermare una persona violenta chiedendo aiuto a chi di dovere può essere un bene per se stessi, per gli altri ma anche per chi non è in grado di gestire il proprio comportamento, buona o cattiva che sia la fede.

E se il problema non fosse scegliere?

Negli esempi portati sopra le riflessioni che portano a potenziare il processo di decisione sembrano molto intuitive e forse anche scontate. Questi modi di ragionare vanno affrontati ed allenati prima delle decisioni importanti per poter funzionare al meglio anche quando l’ansia di dover prendere una strada, inevitabilmente, busserà alla nostra porta.